Ambiente Lavoro è la manifestazione di riferimento per chi si occupa di salute e sicurezza sul lavoro e l’Ente Bilaterale Agricolo Piacentino ha partecipato al Workshop promosso dalla Regione Emilia Romagna in collaborazione con l’Azienda USL di Piacenza.
Il convegno fa parte del Programma Predefinito 7 del Piano Regionale della Prevenzione in Agricoltura per la promozione della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro ed è il frutto di un dialogo profuso fra le Istituzioni Regionali e le associazioni sindacali agricole.
La dott.ssa Maria Teresa Cella, del Settore Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica, ha aperto il meeting partendo da quello che ci dicono i dati: il 20% delle malattie professionali regionali vengono dal settore agricolo e interessano soprattutto l’apparato muscolo scheletrico, il 30% degli infortuni gravi e mortali sono causati dal ribaltamento della trattrice agricola. Con il piano regionale della prevenzione nel settore agricolo, l’obiettivo è proprio quello di coinvolgere tutti gli operatori del settore in modo da mettere in campo azioni trasversali per accompagnare le aziende agricole a capire quali sono le buone pratiche da seguire. E‘ stato osservato che le situazioni di maggior pericolo nascono proprio dall’utilizzo improprio dei mezzi e delle attrezzature.
Sul palco è intervenuto Paolo di Martino che con la sua associazione, Coldiretti, ha condiviso pienamente gli obiettivi del Piano Regionale e si è impegnato a sensibilizzare le aziende agricole su questi temi. Esperto nel settore della sicurezza, ha affermato come nessuna persona si voglia volontariamente ammalare o farsi male sul lavoro, sono i ritmi di lavoro indotti dalle culture, dalla fretta a causare gli incidenti sul lavoro ed ha invitato i costruttori dei dispositivi di protezione a realizzare sistemi più facili e veloci per essere adoperati in qualsiasi momento e condizione.
Anche Stefania Flammia, della Confederazione Italiana Agricoltori, ha visto nel Piano Regionale un’opportunità di dialogo fra le istituzioni e le aziende agricole, perché l’ASL non deve essere vista solo come un ente di vigilanza, ma deve essere percepita come un aiuto e un sostegno.
Francesca Sormani, dell’Azienda USL di Piacenza, ha presentato l’opuscolo “Buone pratiche per la prevenzione del rischio di infortunio conseguente all’utilizzo dei trattori agricoli” realizzato in collaborazione con gli SPSAL regionali. Il trattore è una macchina oggetto di infortuni molto gravi e spesso anche mortali, ed è presente in tutte le aziende agricole. Il libretto delle “Buone Pratiche” è rivolto agli addetti del settore per spiegare loro i requisiti di sicurezza che deve avere un trattore, la normativa da seguire per adeguare una vecchia trattrice alle nuove normative, sensibilizzare gli operatori sull’importanza della corretta valutazione del rischio e, contemporaneamente, dare alle aziende agricole anche una lista di controllo affinché ogni azienda possa auto valutarsi.
Le “Buone Pratiche” non sono solo da intendersi quelle per l’uso delle trattrici, con Antonia Maria Guglielmin dell’Azienda USL di Ferrara, si è riflettuto anche sulle buone pratiche da seguire per una sorveglianza sanitaria davvero efficace e ha ricordato che, anche se la normativa negli ultimi anni ha continuato ad aggiornarsi, tutti i lavoratori agricoli a tempo determinato e stagionali, indipendentemente dalla mansione o dal numero di giornate lavorate, devono, sottoporsi alla visita medica preventiva che deve essere effettuata dal medico competente aziendale, la periodicità, che in passato era biennale, adesso è annuale.
IL Workshop si è concluso con alcune importanti testimonianze di incidenti mortali successi recentemente nella nostra Regione, non solo quelli accaduti sul luogo di lavoro come il ragazzo morto a seguito dell’incendio che si è sviluppato sulla rotoimballatrice e che poi si propagato velocemente al trattore, ma anche gli incidenti che sono accaduti a causa della promiscuità tra l’ambiente di lavoro e l’ambiente di vita. A ricordare Tommaso, il piccolo di 13 mesi caduto in una vasca biologica nell’azienda di famiglia a Portomaggiore in prov. di Ferrara, c’è Marco Cacchi dell’Azienda USL di Ferrara che ha seguito personalmente il caso e ricorda, con gli occhi lucidi, come il piccolo abbia perso la vita perché il suo peso, non è stato retto dal coperchio della botola di una cisterna che si trovava in uno spazio del cortile fra l’abitazione e la ditta di famiglia. Quel tipo di cisterna avrebbe dovuto avere due coperchi uno nero e uno marrone, invece ne aveva uno solo e pure rotto, in questo caso la scarsa manutenzione e l’errata valutazione del rischio, che non aveva rilevato pericoli sul piazzale, ha avuto come conseguenza la perdita di una giovanissima vita. Il tecnico ha concluso l’intervento sottolineando quanto sia importante la corretta valutazione dei rischi che deve essere semplice e calata per ogni azienda. Tutti i presenti sono stati, infine, invitati a visitare lo stand regionale dove era presente il simulatore di ribaltamento del trattore ideato per prevenire gli incidenti sul lavoro in agricoltura, proprio per provare sulla propria pelle cosa significa essere coinvolti in un incidente in cui la trattrice si ribalta.
